lunedì 24 febbraio 2014

Il paese delle meraviglie



Colpisci,
e non dimenticare quello che ti hanno fatto.
Andiamo Fred,
lamine di metallo dentro i pantaloni
per rubare la quarta macchina,
nascondimi,
nascondimi,
destinazione:
Paese delle meraviglie.
Mettiamo i cerotti sopra questi sedili sconosciuti
e la voce di Jake Bugg
al massimo;
appoggio la schiena sul volante
che maliziosamente controlli.
Il sole, timido,
scompare al cospetto della nostra bellezza,
avvolto in un orgasmo
dietro la montagna,
sui miei capelli dentro la tua bocca aperta.
I nostri movimenti lenti,
What doesn’t kill ya...
I sospiri dentro la tua cresta blu
What doesn’t hurt..
Il mio inferno all'indietro e gli occhi rapiti
Sometimes you feel you’re up against the world..
dentro, fuori, dentro, fuori, dentro, fuori
What doesn’t kill ya...
strapparti la pelle
What doesn’t break...
e ricucirla come fosse un maglione sgualcito
This life it seems...
come l'infinito telaio di Penelope.
To bring you to your knees..
Noi due, respira.
You try you bleed then finally you breathe.
La mia schiena, come un tavolo,
dove tritare i tuoi pezzi di cristallo.
Le tue labbra sotterrate dal cartoncino leccato.
Il paese delle meraviglie è vicino,
con i suoi colori brillanti
e gli sfondi incantati.
Sale l'Amore, sentilo arrivare,
come un ticchettio musicale pronto ad esplodere,
come la smania di un pubblico in attesa che lo spettacolo cominci.
L' Amore in frac,
elegante e sublime,
sopra le scale d'ingresso del Théâtre de Chaillot,
toglie il cilindro non appena mi vede:
“Finalmente è arrivata!”,
sorride.
Si avvicina alle mie labbra scarne ,
appoggiando le sue, simili all'acqua cristallina.
Ad occhi chiusi rivedo lo scoppio del Big Bang,
il paradiso terrestre,
l'evoluzione delle scimmie,
i primi petali,
le prime prestazioni sessuali,
le prime vocazioni sentimentali,
le prime anime.
C'è qualcosa nella Natura
di completamente irreale
e innocente,
che non ha mai conosciuto il male,
fino a quando non arrivò il fuoco.
Nonostante il pericolo,
si conserva Regina degli uomini,
in attesa di un loro ritorno,
talmente bella da non poter essere definita,
né categorizzata, né rinchiusa.
E cerchi di mangiare sempre più aria,
a pieni polmoni,
come se volessi quel momento per sempre.
Inchinandoti,
assumi le forme del pavone bianco,
poi del cigno,
in un connubio con la Natura
al tramonto.
I pensieri sciolgono i propri nodi
e vagano liberi,
mille parole mi saltano fuori,
le vedo saltellare sulle mani
e magari hanno ragione loro:
“Se osservi bene non ci sarà mai spazio per il vuoto”

Il paese della meraviglie Fred,
dove non c'è nessuna paura di amare.

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